I telefonini sono ormai parte sempre più integrante delle nostre vite, ma possono avere ripercussioni negative specialmente sui minori
Gli smartphone sono diventati un oggetto prioritario delle nostre vite. Nel corso dell’ultimo decennio i telefonini hanno ampliato la loro gamma di servizi e le chiamate sono diventate soltanto un’attività comprimaria che si svolgono durante la giornata. Le promozioni che ormai garantiscono internet illimitato hanno agevolato la vita dei cittadini consentendo tanto svago durante la giornata ma anche, al tempo stesso, numerose ore di utilizzo dei propri dispositivi. Le app di messaggistica e i social sono sicuramente quelle su cui si passa maggior tempo.
Utilizzo smodato degli smartphone: la proposta della Spagna
Va detto che gli smartphone vengono utilizzati sempre più spesso anche per lavoro e che hanno sostituito in alcuni casi il lavoro al pc, ma nella maggior parte dei casi il tempo trascorso è per lo svago. E quindi non solo social, ma anche giochi che riescono a tenere incollate le persone, specialmente i più piccoli, per ore. Proprio per combattere questa tendenza in Spagna si sta valutando di limitare l’utilizzo dei dispositivi tramite una proposta di legge. Questa iniziativa è il risultato di uno studio approfondito condotto da un comitato di 50 esperti, convocato all’inizio dell’anno dal governo guidato da Pedro Sánchez. Il gruppo ha prodotto un rapporto per mitigare i rischi legati a dispositivi e piattaforme digitali. Tra le proposte principali vi è l’introduzione di avvertenze sanitarie sugli smartphone, simili a quelle presenti sui pacchetti di sigarette, per segnalare i potenziali danni alla salute mentale.
Limitare l’utilizzo in base all’età degli utenti
Altra possibilità sul tavolo è quella di limitare l’accesso ai dispositivi in base all’età: nessun utilizzo per i bambini sotto i 3 anni, un uso limitato fino ai 6 anni e telefoni privi di accesso a internet per i giovani tra i 6 e i 12 anni. L’età minima per aprire account sui social media dovrebbe essere innalzata da 14 a 16 anni. L’obiettivo è quello di ostacolare le conseguenze delle implicazioni sociologiche e neuroscientifiche dell’uso eccessivo di tecnologia.
La Spagna come altri Paesi: inizia la rivoluzione?
Ovviamente tutto questo procedimento parte da una corretta educazione dei bambini sia in famiglia che a scuola, cercando di evitare l’uso smodato degli smartphone. La Spagna si sta quindi allineando ad altri Stati che hanno già preso in considerazione queste normative come Francia, Belgio e Ungheria che hanno già imposto restrizioni simili all’uso di smartphone da parte dei minori. Allo stesso tempo l’Australia ha approvato il divieto di uso dei social per i minori di 16 anni. Se da un lato la tecnologia sta conquistando sempre più le nostre vite, dall’altra c’è una giusta opposizione per far sì che non si varchi il confine dell’esagerazione. Anche l’Italia è pronta ad aderire a questa “rivoluzione”? Non ci resta che aspettare.